È morto Agapito Miniucchi, l’artista che si ispirava al mare di Pesaro
È morto Agapito Miniucchi, l’artista che si ispirava al mare di Pesaro
di ROBERTO MALINI
PESARO – È morto a Terni Agapito Miniucchi, artista noto in tutto il mondo per le sue opere che descrivono nel linguaggio senza tempo dell’astrazione le vicende degli esseri umani rapportate al mondo naturale che li accoglie. La pietra, il ferro, la materia con cui l’umanità è progredita lungo il corso della Storia, tagliandola, forgiandola, ora dividendone, ora unendone le parti.
Nato a Rocca Sinibalda (RI) il 26 settembre 1923, il maestro è vissuto a Pesaro, con i genitori, dall’età di 10 anni. Abitava in un appartamento presso Villa Olga, dietro gli attuali Giardini Nilde Iotti. Il mare era sempre presente, nella sua giovinezza: lo ispirava, gli parlava, induceva in lui quell’energia che ritroviamo nella sua produzione. E il sogno di diventare, un giorno, capitano di vascello.
Studiò Medicina e Chirurgia ed esercitò la professione di odontoiatra. Iniziò a dipingere nei primi anni Cinquanta, orientandosi verso l’arte figurativa, dedicando particolare attenzione alla pittura naturalista e al realismo magico. La sua opera destò interesse nazionale e internazionale, ma i suoi orientamenti di artista stavano già cambiando. Lo attraevano l’Arte concettuale, il Minimalismo e l’Arte povera, aree di infinita sperimentazione e di infinita libertà, come il pensiero, come il mare.
Nelle successive personali a Terni, Roma, Firenze e negli Stati Uniti, Miniucchi espose opere innovative che inducevano riflessioni sul destino dell’Homo Technologicus, avvalendosi di materiali poveri come il legno, la pietra, il ferro, il cuoio. Nel 1979 il Comune di Pesaro organizzò una sua esposizione, dove l’artista presentò una serie di sculture in legno. Verso la fine degli anni Settanta scelse l’acciaio nei progetti relativi a sculture di grandi dimensioni, destinate agli spazi pubblici. Nel 1986 Agapito Miniucchi partecipò alla Biennale di Venezia.
Nel 2000 il Comune di Terni gli dedicò una grande antologica presso Palazzo Gazzoli. Opere di Agapito Miniucchi si trovano in un gran numero di collezioni pubbliche e private, fra cui le collezioni della Pinacoteca d’Arte Moderna di Spoleto e quella della Provincia di Reggio Emilia, il Museo d’Arte Moderna di Terni, la George Town University, il Museo D’Arte Moderna di Fort Lauderdale, l’Istituto Italiano di Cultura di New York. Il 7 luglio 2007 è stato inaugurato a Rocca Sinibalda (Rieti) il museo a lui dedicato, in piazza della Vittoria, 15.
Pesaro vanta alcune delle sue opere di scultura urbana di maggiore impatto, che hanno sollevato un interessante dibattito anche fra i non addetti ai lavori. Fra di esse il Monumento ai Marinai Caduti in Viale Trieste e la scultura in pietra e acciaio Corten “Arim” presso i giardini Nilde Iotti di via Cristoforo Colombo. Riguardo a quest’opera, è dal 2020 che chiedo all’Amministrazione comunale di Pesaro di spostarla dalla posizione decentrata e dalla condizione di abbandono in cui si trova attualmente alla posizione originaria, nel mezzo del prato, come desiderava il maestro che la donò alla città di Pesaro affinché ne avesse cura.
L’assessore alla Bellezza Daniele Vimini mi ha assicurato fin da allora che avrebbe onorato l’artista e il suo prezioso dono, provvedendo al riposizionamento della scultura, che posso indicargli con precisione. Purtroppo fino a oggi, data in cui il maestro ci ha lasciati, lo spostamento non è stato effettuato. Insieme al Comitato “Pesaro città d’arte e cultura” e alla famiglia Miniucchi (cui rinnovo le condoglianze) chiedo ancora all’Assessore e all’intera Giunta comunale di rendere il dovuto omaggio all’artista rispettando la sua volontà di veder collocata la scultura in rapporto prossimo e diretto con il mare, nel sito in cui si trovava prima della realizzazione dei Giardini.
Nella foto: la scultura Arim di Agapito Miniucchi nella posizione originaria
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