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E’ salito alle “gallerie del cielo” il grande antiquario Giovanni Sarti

E’ salito alle “gallerie del cielo” il grande antiquario Giovanni Sarti

Noto e molto apprezzato non solo in Italia. Era nato a Belforte all’Isauro

di FRANCESCA BRUGNETTINI

E’ morto Giovanni Sarti il celebre antiquario di Parigi originario del Montefeltro, precisamente di Belforte all’Isauro, comune della provincia di Pesaro e Urbino.

Sarti era conosciuto in Europa e nel mondo. Giovanissimo lascia l’Italia, viaggia attraverso l’Europa per trovare lavoro all’estero. A Londra scopre il fascino dell’antiquariato visitando il famoso mercatino “Portobello Road” frequentato dagli antiquari di tutto il mondo. Autentico self-made man diventerà uno dei più competenti “dealer”, a livello internazionale, dei dipinti antichi dal XIII al XVIII secolo. Nel 1996 trasferisce, da Londra, la galleria a Parigi al 137 rue de Faubourg St. Honoré poco distante dall’Eliseo.

La Galleria Sarti con la sua specializzazione in dipinti italiani dal XIII al XV secolo è la sola in Francia ad essere accreditata dal Conseil National des Experts Spécialisés (CNSE). Giovanni Sarti, fine e sensibile mercante d’arte, con un gesto di autentico mecenatismo ha voluto dare il suo contributo al restauro dell’opera di Piero della Francesca “Resurrezione”. L’affresco, come è noto, è conservato nel Museo Civico di San Sepolcro.

“Qualsiasi italiano che può – dice Sarti – ha il dovere di contribuire a preservare le opere d’arte, per me Piero della Francesca è il più grande pittore che l’Italia ha avuto, non per nulla, ha unificato tutto della pittura, della matematica, della prospettiva e ciò in un paese piccolo come San Sepolcro, ma la bellezza dell’Italia Sarti riteneva che fosse la provincia”.

E così, nell’entroterra di Pesaro e Urbino, Giovanni Sarti amava trascorrere le vacanze estive, amava frequentare le mostre, amava ritrovare gli amici. Vero è che, s’era riproposto di recarsi con chi scrive, a Senigallia, a Palazzo Baviera, per ammirare e studiare la mostra “Sguardi sull’Ottocento. Arte Italiana nelle collezioni marchigiane”.

Ma, purtroppo, è salito alle “gallerie del cielo” e di lui vale la pena chiedere al Buon Dio di fargli scoprire inimmaginabili meraviglie di tele ed altre opere d’arte.

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